La terapia implantare rappresenta una valida soluzione in diverse situazioni cliniche, dalla sostituzione di un singolo elemento dentale mancante fino alla totale edentulia.
Quando manca un singolo elemento dentale l’implantologia consente di sostituire il dente mancante, senza coinvolgere i denti adiacenti, tramite l'inserzione nell'osso di una ‘radice’ artificiale in titanio biocompatibile detta impianto dentale endosseo.
L'implantologia dentale quindi, si propone di ripristinare le funzioni dell'apparato masticatorio in estetica, fonetica e masticazione.
Il titanio essendo un materiale altamente biocompatibile, come scoperto dal Prof. Ingvar Branemark dell'Università di Goteborg (Svezia) alla fine degli anni ’60, consente l’osteointegrazione biologica. Tale processo è favorito sia dal protocollo di trattamento della superficie del titanio e sia dalla tecnica di inserzione. La superficie della vite viene decontaminata attraverso processi di sterilizzazione, alla fine dei quali l'impianto sarà conservato in contenitori ermetici. L’impianto viene inserito tramite un protocollo ben codificato, atto a fornire la stabilità dell'impianto e a consentirne la colonizzazione cellulare osteoblastica. Una volta inserito, l'impianto deve stare in assenza di carico per un periodo da 4 a 6 mesi a seconda delle caratteristiche di densità dell'osso.
L’inserzione dell’impianto avviene con il semplice utilizzo di anestesia plessica locale o può essere eseguita anche con l’ausilio di protossido d’azoto nel caso in cui il pazienta lo richieda, al fine di affrontare più serenamente la procedura chirurgica. L’intervento consiste nella preparazione di un foro osseo mediante l’utilizzo di frese dedicate e nella procedura di inserimento mediante manipolo implantare o chiavetta dinamometrica.
Questa procedura protocollata ha permesso di ottenere una percentuale di successo che va oltre il 90%.
Dopo l'intervento occorre seguire delle indicazioni che vengono illustrate e fornite per iscritto dallo studio. Sarà opportuno:
- seguire un'alimentazione delicata
- fare degli sciacqui con un colluttorio disinfettante o applicare un gel antisettico
- assumere dei farmaci: antinfiammatori e antibiotici
- usare del ghiaccio per qualche ora in modo da ridurre il gonfiore
CONTROINDICAZIONI ALLA TERAPIA IMPLANTARE
E’ controindicato inserire impianti prima del completo sviluppo scheletrico. In condizioni di inadeguata igiene orale, in presenza di una parodontite non trattata.
Infatti la letteratura ha dimostrato che i denti naturali possano fungere da serbatoio di microbi patogeni per i tessuti perimplantari.
E’ inoltre controindicato inserire impianti in pazienti che siano stati sottoposti a terapie con bisfosfonati per via endovenosa (per affrontare la terapia implantare deve esserci una finestra temporale in media di 10 anni), o a radioterapia nel distretto maxillo-facciale.
Controindicazioni locali sono anche l’inadeguata altezza e spessore del volume osseo disponibile. In tale condizione possono essere considerate diverse strade terapeutiche. In certi casi, per poter posizionare l’impianto, sarà prima necessario eseguire una procedura di rigenerazione ossea. In mandibola, ad oggi, può essere considerata una valida alternativa, in termini di successo e sopravvivenza implantare, la scelta di impianti corti (altezza 6,5,4 mm).
Nel mascellare superiore, invece, per la presenza di una diversa e più scarsa densità ossea, tale alternativa ha raggiunto minori percentuali di successo. Sarà quindi opportuno anche valutare procedureterapeutiche preimplantari come il rialzo di seno mascellare o tecniche di innesto osseo particolato con membrana.